Il consultorio Mauro Montagna si avvale di specialisti con particolare esperienza nel lavoro con gli adolescenti e le loro famiglie.
Il metodo si ispira ad un modello teorico psicoanalitico per il quale i processi di simbolizzazione affettiva e le relazioni interpersonali sono influenzati dai ruoli affettivi (padre, madre, figlio, fratello, maschio, femmina).
In quest'ottica il disagio psichico viene collocato all'interno di una dimensione che consente di fornire un significato affettivo ed evolutivo alle crisi adolescenziali ed ai comportamenti disfunzionali.
La teoria evolutiva di riferimento spiega le crisi adolescenziali come blocchi nel percorso di crescita. Il modello di “psicoterapia ad orientamento evolutivo” che viene adottato punta a riorganizzare la speranza nei confronti del futuro, a valorizzare le competenze del vero sé dell'adolescente e ad attivare le risorse educative e affettive del padre e della madre.
Consultazione
Il metodo prevede UN PRIMO INCONTRO per comprendere la richiesta di intervento e successivamente UN APPROFONDIMENTO attraverso dei colloqui che possono coinvolgere i differenti membri della famiglia.
I colloqui di consultazione sono finalizzati alla formulazione di un bilancio evolutivo, che consenta di individuare le ragioni affettive profonde legate alle problematiche inizialmente presentate, al fine di comprenderle sotto una nuova luce.
I colloqui di consultazione sono rivolti anche alle figure genitoriali per le quali sono previsti incontri con uno specialista dedicato.
La madre ed il padre vengono sostenuti nel lavoro educativo e nella relazione affettiva col figlio in grave crisi.
La prima fase di consultazione prevede 3 incontri con l'adolescente e 3 con ciascuno dei genitori, a costi calmierati.
Al temine della prima fase di consultazione viene organizzato UN INCONTRO DI RESTITUZIONE, dove vengono fornite le prime indicazioni per impostare il percorso successivo.
Presa in carico psicoterapeutica
Psicoterapia ad orientamento evolutivo
Sostegno al ruolo genitoriale
Ad oggi si è affermata la consapevolezza, tra clinici di vari orientamenti, che la giovane adultità dev'essere riconosciuta come una fase del ciclo
di vita contraddistinta da caratteristiche specifiche, le quali la distinguono da fase differenti come l'adolescenza e la piena adultità.
La vita adulta è una fase meno prevedibile e stabile di quanto non fosse in passato. Il lavoro con i giovani adulti si rivolge ai giovani tra i 19 e i 30 anni che esprimono sofferenza, malessere e conflitto nell'affrontare questioni attinenti alla loro fascia d'età: difficoltà nell'area delle relazioni sociali e di coppia, ostacoli nel processo di autonomizzazione dai genitori, fragilità dei processi di adultizzazione ed elaborazione dei progetti di realizzazione di sé.
È necessario basare il lavoro con i giovani adulti sulla consapevolezza che l'avvio della vita di coppia, la genitorialità, il lavoro, la separazione e il divorzio, sono esperienze che avvengono per lo più dopo i trent'anni, e spesso sono vissute attraverso sistemi di valori scarsamente codificati che s'incarnano in ruoli sociali poco definiti.
Oggi l'età adulta è una fase della vita meno stabile e prevedibile di quanto non fosse in passato. Il lavoro con i giovani adulti affronta sia il disagio psicologico che deriva da difficoltà esistenziali contingenti, sia condizioni di sofferenza psichica più profondamente radicate nella vita del soggetto.
Le difficoltà legate all'apprendimento scolastico spesso rientrano in quadri problematici molto differenti tra di loro
e all'interno di ogni percorso evolutivo possono assumere differenti significati, specialmente riguardo all'elaborazione dei processi
di separazione dal nucleo famigliare e di individuazione di una nuova identità adulta.
La prima fase di valutazione permette cercare le ragioni affettive profonde che contribuiscono a definire il ruolo dello studente.
In adolescenza il senso di solitudine e d'inefficacia può sfociare nell'abbandono del percorso scolastico e nell'allontanamento dall'intero mondo sociale. Il ritiro è accompagnato da vissuti di vergogna, impotenza e confusione, e può portare ad un graduale disinvestimento dalle proprie risorse e dalle relazioni interpersonali. Il ritiro sociale acuto riguarda quegli adolescenti che, partendo da una fobia scolare, si allontanano dalle relazioni amicali e da tutti gli altri contatti sociali ritirandosi nella propria stanza, con il rischio di sviluppare una forte dipendenza da internet e dai videogame.
All'inizio della preadolescenza, intorno ai 13-14 anni, può accadere che i ragazzi mettano in atto dei comportamenti autolesivi, che possono manifestarsi come vere e proprie ferite, lesioni autoinflitte al proprio corpo, oppure attraverso l'uso di sostanze psicotrope. Alcuni adolescenti vivono con grande fatica lo sforzo di dover confrontare l'immagine grandiosa di sé con l'inadeguatezza delle esperienze quotidiane, il che provoca sentimenti dolorosi che hanno a che fare con una fragilità di tipo narcisistico. Ciò si manifesta attraverso "un attacco al corpo", che viene così mortificato e rifiutato come simbolo incarnato della propria imperfezione. Questi comportamenti richiedono una particolare attenzione, perché possono talvolta celare anche pensieri di tipo suicidario.
La trasgressione è una delle caratteristiche tipiche della fase adolescenziale. Ci sono casi in cui però i comportamenti trasgressivi si verificano con frequenza e possono sfociare in azioni pericolose per sé e per gli altri. Diventa necessario aiutare il ragazzo a capire la reale motivazione di certi atti. Molto spesso è importante cercare la risposta a tale domanda indagando le soluzioni e i tentativi con i quali il giovane sta provando a condurre il proprio processo di crescita e la costruzione di una propria identità, aiutandolo così ad assumersi responsabilità per le proprie scelte e i propri comportamenti e aprendo alla possibilità di soluzioni per lui inedite.
L'ansia è una parola che può descrivere differenti sensazioni, sintomi fisici e condizioni esistenziali.
L'ansia si accompagna in genere a sintomi quali tachicardia, affanno respiratorio, precarietà fisica in genere... viene descritta
soggettivamente come percezione di minaccia incombente o futuri problemi. Quando l'ansia diventa pervasiva va riportata ai suoi
significati profondi, spesso legati ai processi evolutivi che l'adolescente si trova a dover affrontare nel percorso di crescita.
Si tratta di attacchi d'ansia intensi, durante i quali si prova un improvviso senso di grave pericolo (es. paura di morire, paura di
perdere il controllo). Sono contraddistinti da una attivazione somatica marcata, con la presenza di sintomi fisici come palpitazioni,
fame d'aria, vertigini fino ad arrivare a un senso di estraniamento dalla realtà.
L'attacco di panico porta l'individuo a vivere nella paura che esso si ripresenti e spinge ad evitare situazioni che erano in qualche
modo legate al primo attacco. Tale dinamica può produrre limitazioni nel normale svolgimento delle attività quotidiane (ad es. utilizzare
i mezzi pubblici o guidare l'auto; restare da soli; etc.).
I sintomi di natura fisica possono generare preoccupazione circa la loro origine e trasformarsi in necessità ipocondriaca di sottoporsi
a frequenti controlli medici per ricevere rassicurazioni.
Per giungere alla graduale soluzione del problema è fondamentale che la persona si connetta con il significato profondo delle proprie
emozioni, che le appaiono senza controllo e ostili.
L'adolescenza è da sempre un periodo di disorientamento, di grandi cambiamenti e trampolino di lancio per nuove possibilità, ma anche di
possibili disagi psicologici.
Gli adolescenti di oggi sembrano essere più fragili psicologicamente delle generazioni passate. Gli attuali ragazzi sono cresciuti,
durante la loro infanzia, in un mondo adulto che ne ha esaltato e potenziato molto le singole risorse. La forte propensione all'apertura
al mondo sociale, tipica degli adolescenti, li pone di fronte ad un forte divario tra aspettative di riconoscimento e trattamento reale
da parte degli altri.
Da questo presupposto teorico appare importante proporre un percorso di riflessione per i ragazzi che parta dal conoscere se stessi prendendo
coscienza di quali modalità utilizzano per entrare in relazione con gli altri, allo scopo di acquisire una maggiore consapevolezza e maturità.
Attraverso questa specifica lettura degli adolescenti di oggi, oltre al lavoro con gli adolescenti che contattano direttamente il nostro
Consultorio, ci occupiamo di elaborare PROGETTI DI PREVENZIONE in ambito affettività/sessualità e bullismo/cyberbullismo.
I progetti vengono elaborati IN STRETTA COLLABORAZIONE CON LE SCUOLE CHE NE CHIEDONO L'ATTUAZIONE.
Sia che si faccia prevenzione a comportamenti di bullismo/ciberbullismo, sia che si trattino argomenti inerenti all'affettività/sessualità,
il nostro intervento mira a lavorare con il mondo emozionale dei ragazzi, punto di partenza per comprendere, dare un nome ed un significato
profondo a ciò che i nostri ragazzi vivono, agiscono e magari non riescono a mettere in parola, ma esprimono attraverso comportamenti
disadattivi o sintomi preoccupanti.
L'approccio con cui affrontiamo il lavoro con le classi non è una lezione frontale, ma punta ad un coinvolgimento dei ragazzi attraverso
stimolazioni, giochi, video, letture che permetta loro di fare propri comportamenti e sili di vita sani.
Attenzione particolare viene data al clima affettivo dei gruppi classe e al lavoro con e sulle emozioni, come base di elaborazione di
vari contenuti, in un'ottica di ampliamento delle capacità di lettura delle proprie e altrui emozioni.